BERGAMO - ORTI DI SAN TOMMASO
Testo: Mario Colombo
Foto: Mario Colombo
E’ possibile che “Bergamo”, candidata al riconoscimento dell’Unesco quale “Patrimonio dell’umanità”, si privi di un pezzo di “verde storico”, per lasciare spazio ad un progetto di cementificazione?
Sembrerebbe di sì.
Dopo che il Comune di Bergamo ha rinunciiato alla costruzione del nuovo padiglione per la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, all’interno della vasta area denominata “Gli Orti di san Tommaso” adiacente il Parco Suardi, nuove nubi si addensano. Adiacente agli ORTI, c’è l’edifiocio ex Canossiane che l’immobiliare vorrebbe ristrutturare, ricavandone 150 appartamenti di lusso e relativi box di pertinenza (ca. 300). Ma ad opporsi a questo progetto si stanno muovendo tantissimi cittadini che, si chiedono esterefatti come sia possibile dare il permesso di realizzare una paventata strada privata che attraverserebbe il Parco Suardi per raggiungere le aree verdi ex Canossiane. Il Comitato per la salvaguardia degli “Orti di San Tommaso e del Parco Suardi” ha già raccolto migliaia di firme, a favore della petizione, come spiega Massimo Ostini, portavoce dello stesso comitato, tra queste anche quella significativa del grande regista Ermanno Olmi. L’intento è quello di far conoscere la storia di questi orti e i progetti alternativi. L’area in oggetto costituisce l’ultima testimonianza delle vaste aree agricole che dalle pendici di Bergamo scendevano verso la cinta esterna delle Muraine. Questo pezzo di verde, compreso tra via San Tommaso, via Pignolo, il Parco Suardi e il torrente Morla è coltivato ancora oggi a frutteto e ortaglia. Vi si trovano centinaia di essenze arboree come: fico, ciliegio, susino, vite, albicocco, pesco, nocciolo, noce, caco, melo, pero, robinia, salice, acero. La sua conformazione morfologica, la sua esposizione a sud e la sua elevata fertilità ha da sempre favorito la coltivazione di ortaggi e piante aromatiche di ogni specie e qualità. Dare nuovo impulso alla loro coltivazione, affidandola, per esempio, a cooperative agricole e sociali. Pensiamo infine a un percorso lungo la roggia, che sia la prosecuzione delle visite al museo.
Con una visione ancora più ampia, aggiungiamo noi, perché non includere l’ex Caserma Montelungo come altro centro museale, di cui già si era parlato. A questo punto pensiamo di offrire a tutti noi bergamaschi ed ai tanti turisti che visiteranno la nostra città, un percorso pedonale così strutturato. Immaginiamo di partire dall’ex Caserma Montelungo, attraversare il Parco Suardi, superare con un ponticello la Roggia Morla, che fa da confine con gli Orti di San Tommaso, visita agli orti, alla GAMEC e all’Accademia Carrara, salita verso città alta, entrare dalla Porta Sant’Agostino e, prendendo Via Porta Dipinta immergersi nella storia e nell’atmosfera di Bergamo Alta.
Immaginiamo che….
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