BERGAMO - ASTINO - MOSTRA "CUSTODIRE LA PRESENZA" DI PEPI MERISIO
Testo: Mario Colombo
Foto: Mario Colombo
Nel monastero di Astino, recentemente riportato all’antico splendore grazie alla Fondazione Mia – la Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo che proprio nel 2015 festeggia 750 anni di storia - il 9 settembre e stata aperta una grande mostra fotografica di Pepi Merisio, il cantore della civiltà contadina del Novecento.
Nelle sale dell’antico monastero, sono esposte un centinaio di opere del maestro bergamasco – le cui fotografie sono esposte nelle gallerie di tutto il mondo – che proprio alla sua terra ha dedicato buona parte del suo lavoro, negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Il titolo della mostra “CUSTODIRE LA PRESENZA” esprime il sentimento con cui Pepi Merisio si è sempre avvicinato ai suoi soggetti, senza mai «rubare» un’immagine.
Scrive Corrado Benigni, curatore della mostra, nel bel catalogo che la accompagna: «Nella nostra esistenza, pur sepolta da una massa incombente di immagini soprattutto autoprodotte e autoconsumate, ma allo stesso tempo esistenza svuotata da quelle immagini, gli scatti di Pepi Merisio ci dicono che è ancora possibile fare l’esperienza di una fotografia. Ovvero, essere colti, osservando un’immagine, dalle infinite singolarità delle cose, di ogni minimo oggetto e della loro alterità. La fotografia fissa, immobilizza ogni volta ciò che c’è, lo sottrae al tempo, lo rivela, senza bisogno di ricorrere all’emergenza della materia. Merisio si assume la responsabilità di tenere vivo nel linguaggio delle immagini quanto la barbarie dei tempi, la violenza della storia vorrebbero cancellare. Queste fotografie che immortalano la fatica dell’uomo al lavoro, gli antichi mestieri, perlopiù scomparsi, e i luoghi semplici della quotidianità, della sua terra, lo dimostrano. Attento osservatore del contesto antropologico e del paesaggio meno monumentale, Pepi Merisio rende leggibile la complessità del mondo, con quel suo modo diretto e senza scorciatoie di guardare dritto negli occhi. La sua grandezza è la semplicità».