7 COLLI DI BERAMO

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Lo sapevate che anche la città di Bergamo è nata su sette colli?

E se vi dicessimo che oltre a Roma anche Bergamo sorse su diverse alture poi isolate in sette colli? Che ancora oggi si possono identificare nell’attuale toponomastica?

Ripercorrendo per sommi capi l’evoluzione della nostra città, partendo dalla prima orografia tracciata da Elia Fornoni nel 1883…passando per il possibile insediamento celtico esposto da A. Fumagalli e dallo studio di Luigi Angelini dedicato alla Bergamo romana, si evincerebbe l’”occupazione” di soli 4 colli (Eufemia, Gromo, Rosate e S. Salvatore). Nei disegni di Sandro Angelini dedicato a Bergamo medioevale, comprenderebbe anche i colli di S. Giovanni e S. Michele. Con la costruzione delle Mura veneziane verrà incluso anche Colle Aperto, arrivando così a 7 colli…come Roma.

A distanza di millenni, non è facile immaginare come fossero originariamente, visto che al loro posto troviamo vie, piazze, chiese, palazzi. Ma riusciamo ancora a distinguerli seguendo lo skyline di Città Alta: Colle Aperto, Colle San Giovanni, Colle S. Salvatore, Colle Rosate, Colle Gromo (dal Medioevo Gromo dei Rivola), Colle S. Eufemia, Colle S. Michele del Pozzo (dal Medioevo S. Michele al Pozzo Bianco). Guardando Bergamo Alta, infatti, si stagliano oggi il Seminario Vescovile sopra S. Giovanni, il campanile di San Salvatore sul colle omonimo, il Liceo Sarpi su Rosate (sorto al posto del complesso monastico delle Francescane Osservanti), il palazzo Rivola (l’antica Zecca) nel Gromo, la Rocca sulla sommità di S. Eufemia e il Belfante (da Belfort, torre bella o alta, quindi di avvistamento) dell’antico colle dei Rivola al Puteo Albo (pozzo bianco, per la presenza ai piedi della piccola scarpata di un pozzo di marmo bianco), l’unico fazzoletto verde di Bergamo Alta piantumato a vite.

7 COLLI DI BERGAMO

COLLE APERTO

Colle Aperto, facilmente raggiungibile a piedi o con mezzi pubblici e privati, con la sua vista panoramica è il punto di partenza ideale per andare alla scoperta di Città Alta. Da questo colle è facile partire in avanscoperta, senza fretta, gustando ogni angolo di questa splendida Città Alta, racchiusa nelle Mura Venete, riconosciute come Patrimonio dell’Umanità.

Da qui la vista panoramica ci porta a scoprire le colline poste a nord-est della città, le colline si Scanzorosciate con i suoi vigneti e anche oltre. La Torre di Adalberto, in pietra antica, domina lo spiazzo di Colle Aperto e contrassegna l'ingresso della città vecchia. La torre si staglia poderosa sul severo profilo del Seminario Vescovile. Salendo di poche decine di metri il colle sarà possibile visitare l'Orto Botanico. Un luogo di pace ricco di biodiversità vegetale e da cui si godono ampi orizzonti su Prealpi e Pianura Padana, e un punto di vista speciale su Città Alta.

COLLE DI SAN GIOVANNI

Risalendo il Viale delle Mura fino al curvone di Colle Aperto per poi imboccare la viuzza Sotto le Mura di Santa Grata, si arriva sulla cima del Colle di San Giovanni. Sulla sua sommità sorge il Seminario Vescovile, ma anche case gentilizie medioevali (La Crotta), fortificazioni trecentesche (Cittadella viscontea), Palazzi nobiliari (Albani e Solza).

Sotto l'omonimo spalto si trova la cannoniera di S. Giovanni,  una preziosa testimonianza della vita e della tecnica militare a Bergamo all’epoca della dominazione veneziana. La Cannoniera è accessibile mediante una scalinata metallica che s’innalza in corrispondenza dell’antica piazza di manovra.
Si compone di due ampie sale voltate, la prima delle quali è collegata alla sortita al piano.
Nelle due aperture quadrangolari praticate all’interno delle pareti si inserivano le bocche da fuoco, che tuttavia non furono mai utilizzate poiché la fortezza non subì alcun assedio. Dal 2009 questo spazio, perfettamente recuperato e dotato di supporti storico-informativi, è stato aperto al pubblico. In superficie si può vedere una struttura in acciaio montata su un supporto in pietra. È una meridiana, un oggetto antico declinato in chiave contemporanea grazie alle sue forme curve e al materiale lucido. Segna l'ora legale, quella solare e la rosa dei venti.

 

 

COLLE DI SAN SALVATORE

Salendo la scaletta di Via San Salvatore, dopo aver superato le piazze Rosate e Santa Maria Maggiore, si arriva allo slargo antistante la chiesetta dei Disperati (San Salvatore). Era chiamata dei Disperati perchè posta nei pressi dell’antico Monte dei Pegni. Il colle di San Salvatore fu scelto come luogo preposto alla sede del primo Episcopio (poi Casa dello Studente oggi edificio privato), corredato dalle cappelle private vescovili (Santa Croce e San Biagio) e dagli uffici curiali.

L'interno è a una unica navata con la pareti dipinte a damasco. L'opera di maggior pregio è il San Giovanni con Bambino posto sull'altare di destra, opera di Gianbattista Tiepolo, eseguita mentre l'artista lavorava presso la Cappella Colleoni.

 

COLLE DI ROSATE

Sulla sua sommità è ben visibile anche da Bergamo Bassa, la mole imponentissima del Liceo Sarpi. Il colle è raggiungibile dal Borgo Sant’Alessandro e dall’irta via San Lorenzino (nome della prima chiesa che ha ospitato gli albori della Confraternita dei Battuti, I Disciplini Bianchi, oggi inglobata in Palazzo Brembati). Percorso il viottolo dei Marchesi Terzi si arriva allo spiazzo antistante l’ex convento di suore, oggi Liceo. La storia racconta che le suore videro fiorire rose (da cui Rosate) a fianco del crocifisso depositatosi miracolosamente sulla soglia della loro porta.

Uscendo da Santa Maria Maggiore attraverso il portale meridionale ci si trova in piazza Rosate. Qui si trovano la casa del Forno, di epoca medioevale, e il Tempietto di Santa Croce costruito verso il X-XI secolo. Sulla piazza si erge anche la facciata del Liceo Sarpi, progettata da Francesco Crivelli e realizzata nel 1846 sull’ex Monastero quattrocentesco di Santa Maria di Rosate.

COLLE DI GROMO

Il Colle di Gromo che ancora oggi calpestiamo è tra gli unici siti in cui è ancora visibile “la roccia” del vero colle di Bergamo. Lo si calca nel quadrilatero Piazza Luigi Angelini, Via Mario Lupo e Via Gaetano Donizetti, fino ad arrivare in Piazza Teresa Eustochio Verzeri, affacciandoci alla Casa Madre delle Suore del Gromo. Il nome Gromo deriverebbe dalla parola latina grumus (altura di monte), che giustifica anche il cognome dei nobili Grumelli (forma diminutiva del termine “piccolo colle e altura”, quindi grumellus, il cui palazzo sorge sul vicino colle di San Salvatore).

Il colle omonimo, ha una storia antica, vi sono presenti palazzi di proprietà delle antiche famiglie bergamasche fra questi casa Fogaccia detto anche dell'Arciprete, Palazzo Scotti e palazzo Gromo dei Rivola, un tempo la Zecca di Bergamo. Una epigrafe posta sul muro a sud del palazzo ricorda la sua antica destinazione di fabbrica di monete, documentata dal 1236.

COLLE DI S. EUFEMIA

Salendo da Piazzale Brigata Legnano, si entra nel cuore della Rocca, posta sul colle più importante, data la sua posizione strategica, luogo di insediamenti celtici e romani. I primi abitanti di Bergamo, i Celti del IV secolo a.C., furono i costruttori del complesso originario della fortezza che sorge sul colle di S. Eufemia. Il colle di Sant’Eufemia era stato in età romana sede di edifici civili e religiosi, forse del “Capitolium” stesso, come sembrano documentare importanti ritrovamenti archeologici. In età medioevale doveva esistere ancora un “castellum” probabilmente ridotto a rudere e inadatto alla difesa. Era invece attiva la chiesa di Sant’Eufemia, centro dell’omonima vicinia. Antichissima, forse edificata in epoca paleocristiana sulle fondamenta di un edificio romano.

Sulla sommità del colle soreg il Parco delle Rimembranze (dalla dedicazione ai Caduti la Grande Guerra suddivisi per corpi), da dove la vista spazia a 360° fino all’imbocco delle nostre due maggiori valli e alla sommità dei monti Vigilio e Bastia, già sentinelle in epoca romana!

 

 

COLLE DI S. MICHELE AL POZZO BIANCO

Su questo monticolo in passato proprietà delle famiglie Rivola e Bonghi, affittuari del noto pittore veneziano esule a Bergamo, Lorenzo Lotto, sorge la Chiesa di San Michele al Pozzo Bianco. Edificio di notevole pregio, con dipinti dello stesso Lotto, custodisce la più antica cripta della nostra provincia.

Il celeberrimo artista cinquecentesco Lorenzo Lotto visse nella “Casa del Vicario” situata a fianco di questa chiesa. L’abitazione è oggi in parte inglobata nel vicino pensionato delle suore Orsoline; anche per questa vicinanza, il maestro veneziano realizzò stupendi lavori in San Michele al Pozzo bianco, tra cui il ciclo di affreschi con Scene della vita di Maria, dipinto nel 1525 nella cappella laterale di sinistra.Questa chiesa è un vero e proprio tesoro se ami l’arte: contiene alcuni tra gli affreschi più antichi della provincia bergamasca e costituisce un’eccezionale lezione di storia della pittura locale, dai primissimi anni del ‘200 fino alla fine del ‘500. La pietra circolare posta oggi sul sagrato indica il luogo dove un tempo si trovava la bocca dell’antico pozzo, di color bianco, che dà il nome alla chiesa.